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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2012

            italiani, abbiamo una seconda patria: l’Europa, una grande comunità di diversi popoli che
            vogliono avere un futuro comune e migliore.
                                                                                           Gianluca Fratti






            La vita non perde valore

            2 aprile 2012 - Scuola e Società.

            La vita non perde valore
            Martedì 13 marzo le classi I B e I D hanno assistito alla presentazione del film-
            documentario di Wilma Massucco La vita non perde valore. Prima di vedere alcuni tratti
            significativi del film, la regista ci ha introdotto l’argomento: i bambini soldato. Nel video
            da lei girato vi erano delle interviste a ex-bambini soldato della Sierra Leone e a padre
            Giuseppe Berton. Egli lavora in Sierra Leone da 40 anni e fa parte dell’Ordine Saveriano:
            coloro che ne entrano a far parte scelgono un luogo del mondo dove ancora non è
            diffuso il cattolicesimo e vi si trasferiscono per portare avanti la loro missione. Padre
            Berton si occupa di ex-bambini soldato, assai numerosi in Sierra Leone a causa della
            guerra civile che si è protratta dal 1991 al 2002.
            I bambini che sono stati soldati hanno acquisito un’estrema labilità sociale: sanno di far
            parte di una socetà, di un mondo, ma se ne sentono esclusi. Essi sono stati rifiutati da
            questa socetà che aveva paura di loro. Spesso i sensi di colpa che portava la guerra li
            spingevano al suicidio, infatti la guerra continua a perseguitarli anche dopo che l’hanno
            lasciata perché rivedono gli occhi delle persone da loro uccise nei sogni, e vengono
            respinti dai loro villaggi natali per ciò che sono stati costretti a compiere. I bambini
            venivano strappati alle loro famiglie e i genitori venivano uccisi sotto i loro occhi.
            Venivanno poi drogati per impedirgli di pensare e a 12 anni venivano resi comandanti di
            altri gruppi di bambini, proprio per le azioni che li avevano allontanati dai loro villaggi.
            Nelle loro testimonianze, i ragazzi intervistati riporano quello che hanno dovuto subire.
            Ad una ragazza era stato cavato un occhio e successivamente gli era stata data in mano
            una pistola ed era stata costretta ad arruolarsi. Un’altra era arrivata a uccidere la stessa
            sorella, rendendosene conto solo in seguito, il che dimostra ancora una volta come
            venivano riempiti di droga, per impedire sì di pensare, ma anche di ricordare. Berton per
            conquistare la loro fiducia semplicemente li accoglieva. Non chiedeva loro che cosa li
            aveva spinti alla guerra o quali azioni avevano compiuto. Egli voleva trasmettere loro il
            messaggio: «non mi importa chi sei stato o che cosa hai fatto, perché io credo in te
            adesso».
            Per permettere ai bambini soldato di riavvicinarsi a una vita normale, padre Berton aveva
            chiesto alle famiglie locali di portarli a casa con sé e di crescerli insieme ai propri figli.
            Una delle donne a cui era stato chiesto ciò diceva che aveva avuto paura, ma che alla fine,
            ripensando a quello che Berton aveva fatto per lei, ci aveva ripensato e li aveva accolti in
            casa sua.



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