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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2012

            Modena è stata da sempre una città ricca, sia nel settore economico che in quello
            culturale. Fin dai tempi antichi, questo luogo venne scelto da molte popolazioni, questo
            grazie alle pianure fertili e verdeggianti, ma anche alla posizione strategica per il
            commercio. I Romani quindi non poterono fare a meno di fondare una fiorente città
            nella pianura padana. A Mutina, così chiamata dagli stessi Romani, non mancava niente:
            il foro, luogo di incontro per i cittadini, le terme per rilassare il corpo e un anfiteatro
            dove assistere a corse o combattimenti. Mutina rispecchiava in tutto la madre delle città:
            la grande Roma. Penso che il filmato che abbiamo visto sia stato di grande aiuto, poiché
            ha contribuito all’ampliamento delle nostre conoscenze sulle nostre origini. Credo che il
            Comune di Modena possa fare ancora molto per recuperare i beni archeologici che ci
            sono pervenuti. Infatti la maggior parte della storia di Mutina viene raccontata sulla base
            di ricostruzioni e supposizioni, a causa del tempo e delle civiltà successive che hanno
            edificato sulle vecchie costruzioni. Si può ben capire come la città di Modena rispecchi la
            planimetria della vecchia Mutina: ad esempio il foro tagliato dalla via Emilia dimostra
            l’importanza della nostra Piazza Grande. Non avete mai pensato che potreste abitare
            sopra la casa di un console o di un cittadino della vecchia Mutina?

                                                                                          Filippo Bagnoli

                                                                       II B Liceo Scientifico Wiligelmo

            La storia che studiamo sui libri è quella delle imprese eroiche, dei grandi uomini, delle
            invenzioni e delle guerre che hanno di volta in volta trasformato uomini e nazioni. Le
            grandi imprese, le rivoluzioni e le catastrofi, sono sì componenti essenziali, ma se lo
            studio di questa materia è veramente finalizzato a capire l’uomo e di conseguenza anche
            la società odierna, lo studio dei grandi fatti  non basta per farcelo comprendere. Per fare
            una analogia con le scienze, la storia non è come Couvier ipotizzò, l’insieme tutti i
            fenomeni biologici e geologici, ovvero frutto esclusivamente di catastrofi passate (teoria
            del catastrofismo).  La giusta prospettiva di vedere la storia è, secondo me, quella
            gradualista del geologo Lyell, il quale afferma che tutto cambia in  modo impercettibile
            ma continuo, ed è questo cambiamento costante la causa della trasformazione radicale.
            Ogni giorno siamo sotto l’effetto di funzioni che pur agendo in modo impercettibile, ci
            cambiano. A questi processi naturali non sono soggetti solo gli organismi viventi, ma
            anche tutto ciò che ci circonda, comprese le città. Se io dovessi pensare alla Modena
            dell’età romana non riuscirei a immaginarla molto diversa da quella in cui vivo. Magari la
            spoglierei del duomo, della ghirlandina o dell’Università, ma del resto la immaginerei con
            gli stessi parchi e piazze che oggi caratterizzano la nostra città. Invece Modena è mutata
            tantissimo nel corso dei secoli e il cd-rom Mutina riscoperta di una città romana che la
            prof.ssa Boni ci ha mostrato testimonia la radicale evoluzione di Mutina. Non avrei mai
            pensato che Modena avesse avuto delle terme o un anfiteatro simile a quello di Verona,
            eppure quando era parte dell’impero romano era una città fiorente e possedeva tutti
            quegli aspetti architettonici e urbanistici che caratterizzavano le ricche città romane. Non
            si hanno più testimonianze visibili dell’antico foro che tagliava la via Emilia, centro delle



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