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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2010
dell’abbandono di luoghi e persone che sono state le prime compagne – o maestre – di
vita. Ma è anche il momento di scegliere ciò che si vuole essere e perciò si trasforma in
un delicatissimo momento di crescita.
“Siamo migranti quando lasciamo i vecchi schemi e le vecchie abitudini per aprirci a
nuove circostanze di vita”. È una vera e propria migrazione: infatti, i giovani si ritrovano
a dover abbandonare la propria ‘terra’ e vengono catapultati nel mondo del lavoro o in
quello dello studio finalizzato ad una professionalizzazione della persona.
“Ero costretto a sentire le mie nuove radici che affondavano nel buio e succhiavano un
mondo estraneo” (H. Hesse): queste potrebbero essere le parole di un ragazzo che sente
ancora lontano il mondo del lavoro ma che è stato “costretto a veder sprofondare nel
passato” il suo ‘mondo’ e la sua ‘bella vita felice’.
La Maturità, infatti, segna un traguardo che ci fa uscire dalla fanciullezza: si diventa, in
una parola, ‘maturi’.
In un primo momento, spesso, superato il traguardo, ci si sente eccitati, esaltati dalle
novità che ci riserva il futuro. Ma la maggior parte delle volte, col passare del tempo, col
rendersi conto di cosa ci si è lasciati alla spalle, si tende a voltarsi indietro, quindi la
nostalgia prende il sopravvento e porta a galla la consapevolezza dell’aver appena
concluso una meravigliosa fase della propria vita.
E proprio in questo mare di tristezza si rischia di annegare, cercando risposte a
proposito del nostro futuro. Ma queste risposte spesso non arrivano, se non oscure,
nebbiose e confuse. A questo punto, però, non si può più tornare indietro, perciò non
resta che buttarsi: è il grande salto.
“È rinunciare a un certo se stesso per scommettere su un altro se stesso totalmente
ipotetico: un rischio assoluto” : soprattutto oggi, quando gli studenti comprendono che
seguire le proprie passioni può significare affidarsi a percorsi di studio che
probabilmente li porteranno ad essere un futuro ‘se stesso’ disoccupato e con grandi
difficoltà economiche. È una porta che si apre su una stanza buia: il futuro dello studente
è sempre più incerto, in particolar modo in Italia, dove ormai si deve scegliere tra seguire
la ragione e l’istinto di sopravvivenza o seguire il cuore, e per fare questo ci vuole molto
coraggio.
In ogni caso, il distacco dalla scuola superiore è un evento che separa fasi diverse
dell’esistenza umana e perciò ha un fondamentale valore formativo psicologico,
sentimentale e simbolico.
Il grande salto ci sconvolge, ci travolge, ci costringe a scavare in fondo a noi stessi per
trovare delle risposte che possono essere celate soltanto nel nostro cuore e ci lascia un
segno indelebile che ricorderemo per sempre con grande nostalgia.
Francesca Ficarra, V E
Liceo Scientifico Wiligelmo
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