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La mia scelta di non assegnare compiti a casa è venuta in seguito ad un biennio di volontariato
                     presso l'Associazione Officina Progetto Windsor Park di Modena, zona San Faustino, che
                     accoglie e supporta i bambini e le bambine, per lo più di origine migrante, frequentanti la
                     scuola primaria a tempo pieno, che devono svolgere i compiti per il fine settimana.
                     Lì ho potuto constatare che i motivi per cui si richiede l'abolizione dei compiti a casa sono reali,
                     in particolare verificavo quanto fossero discriminanti, poiché i bambini e le bambine che
                     frequentavano l'Officina erano più in difficoltà degli altri compagni dovendo affrontare carichi di
                     lavoro troppo onerosi senza avere a casa genitori capaci di aiutarli.
                     Questo li costringeva a dover finire tutto in quell'ora del venerdì pomeriggio, dove arrivavano
                     stanchi, al termine di otto ore di scuola giornaliere e quaranta settimanali.
                     Un vero supplizio!






                       Con quell'esperienza ho maturato l'idea della necessità di un cambio di rotta. Mi rendevo
                       conto che non si può chiedere ai bambini di continuare a svolgere fuori dal contesto
                       scolastico attività che appartengono alla scuola: ne viene svilito il senso, diventa uno
                       sterile e dannoso accanimento didattico.
                       Inoltre, molto spesso i volontari dei centri di aiuto compiti come l'Officina WP non sono
                       docenti, come non lo sono i genitori, e affrontano non poche difficoltà nell'affiancamento
                       del lavoro domestico.







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