Page 21 - Narrare i diritti
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I bambini sbalorditi fecero un balzo indietro nell'attimo in cui il gatto, dopo un sonoro sbadiglio disse:
“miaoooooooooo e voi che ci fate qui? Siete dei bambini non dovete stare qui. VOI NON POTETE
STARE QUI, andatevene subito o mi metterete nei guai”
Alex strinse i pugni, prese coraggio e si avvicinò:
“Chi sei? O cosa sei? Perché tieni chiuso questo portone?”
“Sono un lucchetto” rispose il gattone ancora assonnato e faccio la guardia a questa porta da così
tanto tempo che a volte ne dimentico il motivo e comunque, non sono affari tuoi”
Alex, Abby, Luca ed Emma rimasero un po' straniti dalla risposta poco educata del gatto, ma ormai
la curiosità era talmente forte che non potevano farsi abbattere, così continuarono a porgere
un sacco di domande alle quali il lucchetto non rispondeva mai, era troppo impegnato a roteare la
testa a destra e sinistra come se provasse dolore alle orecchie o...
“Forse gli prude la testa” disse Luca “Il nostro gatto fa così quando vuole che lo grattiamo”
Così Abby allungò la mano dietro le orecchie del micio e iniziò a grattare:
“Ohhh! OHHH! Che meraviglia sono secoli che nessuno mi fa qualche coccola... wow è
Meraviglioso” ed il gatto si rilassò talmente tanto che slegò il catenaccio e l'enorme portone si aprì.
I quattro amici si scambiarono uno sguardo complice e correndo a più non posso superarono il
portone e lasciarono il gatto-lucchetto a rotolarsi a terra ancora estasiato dalle coccole.