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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2011



            La presa del palazzo d’inverno

            1 gennaio 2011 - Società.
            (Pubblicato sulla Gazzetta il 30 dicembre 2010)


            Si continua a chiamarla contestazione giovanile, riprendendo un termine datato 1968.
            Alla fine degli anni 60 i giovani contestavano le istituzioni tradizionali come la famiglia, la
            scuola, le religione, la fabbrica. C’era aria di novità, desiderio di cambiamenti radicali,
            gioiosa trasgressione. Aria di primavera. I movimenti studenteschi, erano trasversalmente
            collegati con le lotte operaie e con i movimenti della chiesa. A Modena città della
            resistenza, c’erano addirittura legami con gli ex partigiani.Tutte le strutture tradizionali
            erano messe in discussione: scuola, fabbrica, chiesa, magistratura, medicina, famiglia.
            Ecc.
            La situazione oggi è cambiata. I giovani non sono solo studenti, ma giovani adulti,
            disoccupati o precari della scuola e delle fabbriche che sentono sul collo il fiato della
            disoccupazione. Modena è una città operosa e piena di iniziativa, ricca di professionalità
            ereditate da un passato recente che attraverso un artigianato industrioso e un
            imprenditoria intelligente aveva fatto la fortuna della nostra terra. Le sue università
            antiche e recenti hanno sfornato tecnici e professionisti eccellenti.
            Ma oggi?
            Senz’altro la crisi economica. Senz’altro l’assenza di un governo intento più alla sua
            sopravvivenza che preoccupato dei giovani. Senz’altro una classe dirigente che ha perso
            autorevolezza per le collusioni mafiose e l’immoralità dilagante. Senz’altro i vecchi al
            potere e i baroni che non danno spazio.
            Ma i giovani, uomini e donne dai 25 ai 35 anni che cosa fanno? Sono nel pieno delle
            energie intellettuali e fisiche hanno l’avvenire davanti. O stanno nell’ombra a leccarsi le
            ferite, o ci accusano di rubare loro il futuro o scatenano rabbiose reazioni. O fanno belle
            manifestazioni. Va tutto bene.
            Ma è venuto il tempo che vi guardiate intorno, consapevoli che nessuno vi aiuta, dovete
            confederare i vostri sforzi. Diventare soggetti del vostro destino. Come hanno fatto i
            vostri padri in tempi certamente più fortunati. Le singole rivendicazioni, gli studenti e i
            professori sui tetti delle università, gli operai sulle gru o le manifestazioni di massa sono
            il segno del forte disagio giovanile ma vengono facilmente fagocitate o strumentalizzate.
            Insieme a queste cercate nuove strade per essere rappresentati nei luoghi di lavoro e nella
            società. Se credete che i canali tradizionali, partiti e sindacati, non vi rappresentino più,
            diventate voi soggetti politici, per poter non solo chiedere in punta di piedi ma
            pretendere a schiena dritta i vostri diritti.
            In questi giorni state dimostrando consapevolezza e senso di responsabilità. Non più
            gigioni all’ombra del padre pensionato, né succubi pedine del ‘supermercato’, né solo
            massa d’urto nelle manifestazioni, ma soggetti liberi autonomi e propositivi di un nuovo
            modello di lavoro, di società e di rappresentatività. Specialmente di moralità.
            Forse la salvezza del futuro pianeta è nelle vostre mani.



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