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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2011

            I vecchi e gli adulti sembra non siano più capaci di trovare una via d’uscita. Aiutateci a
            cambiare la società. Fate un assalto al palazzo d’inverno non con sassi o bombe-carta ma
            con parole nuove.
            Giovani di tutto il mondo unitevi.



                                                                                             Beppe Manni


            Presepe e Crocifisso

            4 gennaio 2011 - Società.
            Pubblicato sulla Gazzetta di Modena il 3 gennaio del 2011)


            Il presepe è un racconto, una sacra rappresentazione. Per il credente è la narrazione di un
            fatto fondante della propria fede. Per chi credente non è, rimane il bel racconto di una
            famiglia esule che non trova accoglienza.
            E comunque fa parte di una tradizione italiana condivisa dalla maggioranza.
            Il presepe non è un simbolo controverso, è strumentalizzato solo da politici nostrani
            stupidi e in mala fede.
            A Modena non è mai successo che incivili mascalzoni bastonassero le umili e indifese
            statue del presepe: nelle chiese, nelle case, negli orti degli anziani, nelle vetrine.
            Al liceo san Carlo durante l’occupazione sono stati distrutti alcuni crocefissi. Scandalo.
            Ma è stata solo stupidità. Niente di più di quando nelle aule, studenti burloni tirano via il
            cristo di plastica e attaccano sulla croce un biglietto con la scritta “Torno subito”.
            E’ proprio dei fondamentalismi scandalizzarsi o peggio minacciare ritorsione, per la
            derisione o l’offesa a personaggi o simboli religiosi.
            Mi è venuto in mente che se i crocefissi non fossero esposti nelle aule pubbliche non
            subirebbero né dileggio né ‘oltraggi’. I luoghi pubblici di uno stato laico e plurireligoso,
            non dovrebbero avere nessun segno di nessuna religione. Che non vuol dire essere dei
            non credenti ma solo abituarsi a rispettare tutte le fedi.
            Chi offende o distrugge un crocefisso non vuole dileggiare l’umile uomo di Nazareth
            finito torturato e ucciso dal potere del suo tempo, ma mandare un messaggio a chi si
            serve di questo segno per i propri interessi politici, e anche religiosi.
            Lo stesso criterio va usato nel giudicare i martiri cristiani vecchi e nuovi. E’ buona norma
            distinguere sempre chi viene oppresso e ucciso in odium fidei, in odio alla religione e chi
            invece viene perseguitato e ammazzato perché mette in pratica le parole di Gesù e sta
            dalla parte dei più deboli e sfruttati.
            L’esempio più chiaro è il martirio del Vescovo brasiliano Oscar Romero ucciso 50 anni
            fa dai militari del regime dittatoriale salvadoregno perché aveva scelto di stare dalla parte
            dei poveri contadini sfruttati torturati e uccisi. Anche il prete polacco Jerzy Popeluszko
            di Solidarnosc, nobilissima figura di combattente per la libertà, fu ucciso nel 1984, ma
            per motivi politici dalla polizia segreta.
            Si può usare la stessa misura per comprendere le ‘persecuzioni’ contro i cattolici in Cina,



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