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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2010


            scienze, da somministrare agli allievi di seconda, quarta elementare e prima media. La
            serie è composta di numerose domande (14 per la seconda classe), con tempi rigorosi
            (30 minuti per la seconda, 45 per la quarta e per la prima media) e modalità di
            somministrazione da concorso pubblico: prove sigillate, nessuna spiegazione, con la
            sorveglianza, preferibilmente, di insegnanti che non siano quelli della classe in oggetto.
            Le domande sono preparate a Roma dall’ INVALSI, uguali per tutte le classi d’Italia e
            con test nelle varie materie estremamente specifici, con un linguaggio formale e
            complesso.
            A COSA SERVONO?
            Lo scopo ufficiale dell’ Invalsi è quello di “valutare l’efficienza e l’efficacia” del sistema
            scolastico. Nello specifico, la somministrazione dei Test, secondo il Ministero “fa parte
            degli strumenti di indagine per valutare il FUNZIONAMENTO E LE PRESTAZIONI
            DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE al fine di evidenziare le scelte assunte dalle
            istituzioni scolastiche per la realizzazione del servizio scolastico” SARA’ DUNQUE
            UNA MANIERA PER “CLASSIFICARE” LE SCUOLE e in futuro, magari, i docenti.
            Ogni scuola avrà quindi il suo “PUNTEGGIO” che influirà sui Finanziamenti e
            probabilmente sulle Iscrizioni.
            SONO MOLTO PERICOLOSI. PERCHE’?
            La Riforma Moratti è fatta anche da un “pezzo” poco conosciuto, quello appunto
            riguardante la somministrazione dei test agli alunni, un pezzo che però si rivela
            fondamentale.
            I TEST infatti hanno molti “ritorni” sui bambini, sul lavoro degli insegnanti, sulla scuola
            tutta. Conseguenze che possono essere serie e pesanti e “sgretolare” le difese che le
            scuole hanno costituito intorno al POF e al loro percorso pedagogico e didattico.
            Vediamo quali possono essere questi “ritorni”.
            I BAMBINI: i test provocano ansia nei bambini e nelle bambine perchè costituiscono
            una prova formale e decontestualizzata, estranea la percorso ed alle modalità di
            valutazione a cui sono abituati, particolarmente pressante per le modalità asettiche da
            “esame di stato” previste dall’Invalsi.
            GLI INSEGNANTI: le prove “verificano” obiettivi di programma estremamente
            specifici ed “anticipati”, secondo le modalità particolari del test a risposta chiusa: questo
            – ripetuto tutti gli anni – tenderà ad annullare la libertà di insegnamento costringendo gli
            insegnanti ad inseguire in modo compulsivo i programmi ed a privilegiare la modalità
            didattica del quiz. Approfondimento, creatività, collaborazione finiranno per divenire
            elementi secondari ed i bambini con maggiore difficoltà rischieranno di diventare un
            “problema” per la classe e le sue prospettive di punteggio.
            LE SCUOLE: I test ripetuti annualmente negano l’autonomia didattica delle scuole e la
            libera elaborazione del POF, costringendo ad omologarsi alle Indicazioni nazionali della
            riforma Moratti, ai tempi ed ai contenuti previsti dal Miur.
            Poiché I test non tengono conto delle diversità, dei percorsi, dei contesti ambientali, si
            creeranno discriminazioni tra le scuole a seconda delle condizioni sociali del territorio in
            cui sono inserite.


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