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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2009
Influenza nelle scuole… "ma cosa mi dici mai?"
1 dicembre 2009 - Salute e Società.
A novembre il numero di assenze per influenza comincia a crescere.
Ci capita sempre più spesso di entrare in classi “dimezzate”, aule semivuote, professori
che si trovano a fare lezione a quattro cinque ragazzi.
Ma è il nuovo virus H1N1 a provocare queste situazioni o è il panico dei genitori a
trattenere i figli a casa?
Tra prof che chiedono agli alunni di coprirsi la bocca con la sciarpa, notizie discordanti e
allarmismi in TV, le incomprensioni superano di gran lunga le poche certezze. E mentre i
Presidi negano ripetutamente qualsiasi assenza per malattia, gli opuscoli girano di mano
in mano, Topo Gigio ci dà consigli in TV e il sapone continua a mancare in ogni luogo
pubblico, scuole in primis perché, che novità…“non ci sono soldi”, ci viene forse il
dubbio che in questo modo lontano non andremo.
La verità, come sempre, è nel mezzo, perciò lavatevi le manine e scrivete influenza sulle
giustificazioni quando scabottate: state sicuri che nessuno indagherà oltre!
Raluca Lup
Verità e televisione
7 dicembre 2009 - Società.
Da “Come Dio comanda”, di Niccolò Ammaniti.
«Rino Zena odiava la televisione. Varietà, talk show, programmi politici, documentari,
telegiornali, anche lo sport e le previsioni che non ci pigliavano mai.[…]
«Rino odiava i presentatori tinti e le vallette nude e stava male quando vedeva la gente
pronta a parlare dei cazzi suoi di fronte a mezza Italia. Disprezzava quei poveri stronzi
che andavano in televisione e cominciavano a frignare e a dire che soffrivano perché
erano stati mollati dalle loro mogli.
«E odiava la gentilezza ipocrita dei presentatori. Odiava i giochi al telefono. I balletti
raffazzonati. Odiava le battute rancide dei comici. E detestava gli imitatori e gli imitati.
«Odiava i politici. Odiava gli sceneggiati con i poliziotti buoni, i carabinieri simpatici, i
preti buffi e le squadre anticrimine. […]
«Odiava quando si indignavano per finta. Quando si leccavano il culo tra loro come i cani
ai giardinetti. Odiava i litigi che resistevano il tempo di una scoreggia. Odiava le collette
per i bambini africani quando in Italia c’era gente che faceva la fame. Ma la cosa che
detestava di più erano le donne. Puttane con le tette rotonde come pompelmi, le labbra
gonfie, le facce rifatte con lo stampino. Parlano tanto di uguaglianza, ma quale
uguaglianza e uguaglianza? Quando l’immagine che danno è quella di un branco di
decerebrate rizzacazzi. Si facevano scopare da qualche stronzo con un po’ di potere per
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