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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2009


            uscire di casa ed essere riconosciute. Donne capaci di passare sul corpo delle loro madri
            per un po’ di successo.»


            La polemica sulla credibilità della televisione e, se vogliamo poi allargare il cerchio,
            dell’informazione in generale è dunque aperta.
            È un problema di così vaste argomentazioni tanto che si potrebbe non smettere mai di
            parlarne.
            Lo chiamiamo problema perché noi cittadini sappiamo tutto sulle escort dei politici, ma
            ignoriamo ciò che succeda davvero in qualsiasi affare riguardante lo stato.
            Forse ormai siamo stanchi di essere rimbambiti da talk show e telenovelas e oltre al
            continuo resoconto delle vite private di questo o quest’altro personaggio famoso
            vorremmo un po’ di verità.
            Sinceramente la cosa, a mio parere, sfiora di poco l’utopia siccome ormai i principi e gli
            ideali di questa nuova società e i modelli che essa propone sono già piuttosto radicati.
            Penso sia quindi giusto cominciare a farsi delle domande a proposito di come siamo
            riusciti ad arrivare fino a questo punto.
                                                                                           Giulia Casolari
                                                                                               (Wiligelmo)




            Lebanon

            7 dicembre 2009 - Cinema / Teatro / TV.
            Lebanon, regia di Samuel Maoz.


            1982. IL Libano, da anni territorio della guerriglia palestinese, subisce un’invasione
            israeliana che prenderà il nome di Prima guerra del Libano. Le truppe israeliane si
            spingono fino a Beirut, sede dell’OLP, dove ha luogo l’assassinio di Bashir Gemayel,
            futuro presidente libanese sostenuto dai maroniti e da Israele, ad opera dei servizi segreti
            siriani. Per vendicare l’attentato, unità cristiano-falangiste guidate da Elie Hobeika
            invadono i campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila, compiendo un massacro di
            civili.
            È questa la vicenda narrata attraverso il grande schermo nel 2008 da Ari Folman con il
            film Valzer con Bashir, un’animazione scarna che, dall’onirica ricostruzione del ricordo
            del singolo, arriva a coinvolgere la collettività nel riconoscere gli orrori della guerra.
            Il leone d’oro vincitore della 66ª edizione del festival di Venezia di quest’anno, Lebanon,
            diretto da Samuel Maoz, segue lo stesso filone tematico di Valzer con Bashir e ambienta
            la sua vicenda proprio in quel fatidico 1982, sul territorio libanese dilaniato dagli scontri.
            Il cinema israeliano di questi ultimi anni sembra trovare nuove geniali soluzioni per
            parlare del conflitto con la Palestina. Questa volta, però, il film non prende forma
            dall’animazione del disegnatore Polonsky, ma dalle immagini di guerra spiate attraverso il
            mirino di un carro armato israeliano.La prima scena di Lebanon è un campo lungo che
            riprende una distesa di girasoli. L’inquadratura di questa prima scena è del tutto


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