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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2012
Ma, caro professore, ricordo anche suoi momenti di scoramento e di amarezza, quando
in anni difficili la contestazione attraversò anche la nostra classe; e proprio dopo uno di
quegli episodi che la ferirono, io con l’ingenuità e la generosità dei giovani le scrissi
parole oggi diremmo di solidarietà cui Lei rispose così: (e citando le sue parole chiudo
questa mia lettera): “Naturalmente ringrazio: non sono certo il personaggio descritto
dalla tua bontà, ma è pur vero che la scuola resta, con o contro la mia volontà parte
essenziale di me […] Ora importa soprattutto che tu non creda che io sia qualcosa di più
di uno dei tanti “poveri diavoli” che cercano di essere onesti con se stessi, perché sono
questo soltanto, o almeno spero”.
Ecco, in queste parole – mi rivolgo ora a chi ha avuto la bontà di ascoltarmi – c’è tutto
Calzolari, lo chiamavamo così tra noi, il suo testamento spirituale, e se cado nell’enfasi il
professore me lo perdonerà, e l’eredità d’affetti che il suo Foscolo, il mio Foscolo
indicava come consolazione e pegno fragile di sopravvivenza alla finitudine dell’uomo.
Per questa eredità d’affetti che ci ha lasciato l’ultimo grazie. Addio.
Roberta Cavazzuti
Presentazione del volume “Museo Casa Enzo Ferrari”
8 novembre 2012 - Varie.
E’ stato presentato, la settimana scorsa, presso il Museo Casa Enzo Ferrari il volume che
prende nome dal museo e che vuole raccontare il suo percorso e le persone che hanno
consentito di realizzare ciò che oggi possiamo ammirare. Il libro, nato dalla
collaborazione tra il museo ed Electaarchitettura, racconta attraverso l’arte della
fotografia e della scrittura, che qualunque idea, anche la più irrealizzabile, può diventare
realtà, e il Museo ne è un esempio. Le immagini catturate da Gabriele Melloni e Stefano
Paolini, hanno, non solo, presentato l’iter progettuale che ha portato alla costruzione del
nuovo museo, ma soprattutto i volti, le emozioni e le fatiche di uomini e donne che
hanno creduto fino in fondo a questo progetto. Si esalta così una struttura che già di per
sé è museo, grazie al lavoro del genio di Jan Kaplicky, che Andrea Morgante, suo più
stretto collaboratore, ha ricordato con queste parole: “tra i tanti progetti che ci vennero
esposti, scegliemmo quello più difficile, sia da un punto di vista tecnologico che
strutturale, ma eravamo sicuri perché sapevamo di avere al comando un Enzo Ferrari
dell’architettura: Jan Kaplicky ”.
Così è stato, il museo è riuscito ad affermare la propria identità associando al fascino di
automobili da sogno, l’audacia di un carattere architettonico innovativo, in coerenza con
l’immagine dataci da Piero Ferrari del padre Enzo: “Mio padre era un uomo che
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