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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2010
L’attesa, le prime note, il crescendo musicale, l’esaltazione del pubblico, sono i fattori che
hanno reso questa esperienza unica.
I Green Day hanno riprodotto quasi tutto il loro album storico American Idiot,
aggiungendo canzoni del disco International Superhits!, più i nuovi successi di 21st
Century Breakdown.
Questa band alternative non crea solo musica, ma emozioni all’interno di ciascuno di
noi.
Lorenzo Lucchi
classe I B Liceo Scientifico Wiligelmo
La Presidentessa
21 gennaio 2010 - Cinema / Teatro / TV.
La Presidentessa, di Maurice Henequinn e Pierre Veber
Regia di Massimo Castri.
In una remota cittadina di Francia, il Presidente del Tribunale fa allontanare Gobette,
giovane artista di varietà, dall’hotel in cui alloggiava in occasione di una tournée teatrale.
Non sapendo ove trascorrere la notte, la bella soubrette, approfittando dell’assenza della
moglie, si intrufola nell’austera casa del magistrato. Nel frattempo, il Ministro di
Giustizia, casualmente in giro per quei paraggi, chiede ospitalità al suo subordinato. Il
Presidente, colto di sorpresa, presenta la procace donnina come sua consorte. Il
Ministro, uomo noto come morigerato ma particolarmente sensibile al fascino
femminile, trascorre la notte con Gobette e se ne innamora a tal punto da concordare il
trasferimento del magistrato a Parigi. Intanto anche Aglae, la vera moglie del Presidente,
raggiunge la capitale per impetrare a qualsiasi costo la tanto agognata promozione del
marito. Il Ministro viene quindi conteso dalle due Presidentesse, la falsa e la vera, mentre
l’anziano giudice vede con sospetto moltiplicarsi le promozioni.
Henequinn e il suo collaboratore Veber scrissero La Presidentessa agli inizi del ‘900,
ispirandosi probabilmente alle cronache del tempo. I due commediografi vollero quasi
utilizzare il teatro per denunciare ipocrisie e scandali dei potenti. Il Ministro, una figura
che dovrebbe incarnare l’idea assoluta di incorruttibilità e correttezza, si rivela un
libertino, facile preda delle lusinghe femminili. È però curioso notare come, al giorno
d’oggi, si ripresentino episodi analoghi proprio in politica.
Massimo Castri, in questa sua nuova sfida registica, è riuscito non solo ad attenersi
fedelmente al copione di Henequinn, ma anche ad arricchire e perfezionare la
scenografia (ad esempio con l’uso di sei porte disposte ai lati del palcoscenico) per
conferire da una parte maggiore dinamicità e vivacità alla narrazione, dall’altra per evitare
frequenti e noiosi cambi di scena. Castri ha preferito anche italianizzare la commedia
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