Page 26 - Il mio cento e lode
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ettendo da parte i
Mlibri di analisi per
qualche minuto, smetto le
vesti di studentessa di mate-
matica e rileggo la lettera che
mi è giunta poc’anzi: chiede alla
mia mente di ripercorrere le tappe
di una sfida appena conclusa.
Nuovamente matricola dopo cin-
que anni, nuovamente la più inesper-
ta – come per una sorta di Memento te
hominem esse – mi ripenso seduta a questa
scrivania, allora come ora con il cuore pieno
di aspettative e di interrogativi, pieno di timore
di non essere all’altezza degli obiettivi ambiziosi che
inevitabilmente impongo a me stessa, mentre provo la
medesima vertigine ad immaginare il lungo percorso che già
dal suo principio si prefigura come impervio. Eppure probabil-
mente è proprio la difficoltà a rendere tale percorso una prospet-
tiva stimolante e degna di essere intrapresa.
La scelta del liceo Classico la ricordo come naturale, come una
necessità più che una vera decisione, per questo probabilmente la
mia forza di volontà non è mai venuta a mancare anche nei
momenti in cui l’esigenza della scuola di far prevalere la valuta-
zione e la ristrettezza dei tempi sul piacere dell’apprendere puro e
fine a se stesso, limpido e inebriante, ha reso il percorso difficol-
toso: non ho mai dimenticato la curiosità che mi ha spinta a in-
traprenderlo e questo ha fatto sì che non smettessi mai di trovare
affascinante lo studio anche nei periodi più difficili.
Raccontare le mete quotidiane così come si sono svolte non ren-