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Essa è utile a patto che sia in grado di definire a priori i saperi matematici in gioco e il contesto in cui è collocata l'esperienza (luogo, materiali a disposizione, dimensione gruppale, formulazione delle consegne…), per poi rendere conto a posteriori di ciò che è successo, dei processi individuali (prospettive e modi diversi di risolvere un problema, schemi d'uso del materiale…) e dei processi interattivi tra i bambini e tra adulti e bambini.
La documentazione, attraverso le varie tracce di cui si compone (foto, video, conversazioni…), racconta di percorsi complessi e mai lineari. Le conoscenze che costruiscono i bambini, come del resto quelle prodotte dalle scienze, sono sempre provvisorie: la documentazione deve saper riflettere anche questa “provvisorietà”, che è la grande ricchezza dell'avventura del conoscere, quando il sapere non è trasmesso ma costruito con gli altri attraverso successive approssimazioni.
E così, la cultura delle insegnanti, le idee dei bambini, i contributi delle discipline s'incontrano e costituiscono un intreccio di saperi che sostiene e struttura le esperienze di apprendimento di adulti e bambini.
Crescere insegnanti colti è la via per fare una buona scuola. È diritto di ogni bambino e di ogni operatore. |
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