Page 24 - la scuola fuori da scuola
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Capacità di riflettere e fare collegamenti
Se a queste osservazioni vengono correlati i materiali documentali dell’Archivio storico – foto e scritti (editti, statuti,
lettere …), ecco che il quadro conoscitivo si fa più ampio e consente facilmente operazioni di confronto, riflessione,
collegamenti. Per fare un altro esempio specifico, i ragazzi hanno modo di figurarsi Ponte Basso, oggi non più
esistente e una volta “passo” e non “ponte”, tramite la conoscenza, supportato da diverse foto, di “Passo
dell’Uccellino” più recente e dunque meglio studiato.
Un’idea nuova di scuola
Un modo sperimentale di conoscenza diretta e pratica, correlata e supportata da nozioni teoriche significative, da
materiali documentari differenziati (linguistici e fotografici, simbolici e cartografici), consente ai bambini non solo di
conoscere in modo più efficace ma vivere una scuola più conforme ai loro bisogni, alle loro modalità naturali che noi
insegnanti siamo chiamati ad educare e affinare, sia sul piano dei contenuti che metodologico, dando loro una
percezione più unitaria e complessa del sapere e molte occasioni per “imparare a fare”.
Una nuova figura di insegnante
Si diceva nella parte introduttiva che con questo approccio l’insegnante diventa un “accompagnatori di esperienze”,
un educatore in senso proprio, proteso da una parte “ad insegnare ad imparare” (cfr. competenza “imparare ad
imparare”) e dall’altra ad essere “con” e “accanto” ai bambini nella loro avventura conoscitiva e scolastica in senso
lato.
Una nuova figura di alunno
Non un alunno ripiegato sul suo quaderno o sul libro, non solo un abitante dell’aula, non solo uno scolaro, magari
diligente, ma un bambino in azione stimolato ad abitare il proprio territorio e, nel contatto con esso, ad imparare a
osservare e a riflettere, a ipotizzare e a verificare, a costruire e a perfezionare. “L’aula diffusa” in cui viene immerso
per cinque anni diventa per lui un atteggiamento mentale, un approccio conoscitivo, la competenza ad imparare.
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