Page 75 - La nostalgia della speranza
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CAPITOLOVII
                               IL SOLE DOPO LA TEMPESTA

               La mattina del 11/06/20 Niklas, Jennifer e Kristina si alzarono
               per andare all’ospedale.
               Arrivarono e, come ogni giorno, si trovarono davanti all’in-
               gresso.
               Entrarono, si misero visiera, guanti e doppia mascherina.
               Prima di entrare in reparto si spalmarono almeno 3-4 volte
               un bel po’ di gel igienizzante, che pur essendo appiccicoso,
               era obbligatorio.
               Entrati in reparto videro i propri colleghi che gli venivano
               incontro: “È una tragedia! Sono in fila che aspettano, siamo
               pieni, ma non ci sono abbastanza cure per tutti! Esclamò Cla-
               ra, una vecchia amica di Jennifer, che era arrivata da poco in
               ospedale.
               Niklas preoccupato somministrò la giusta quantità di anti-
               doto che aveva preparato il giorno prima, ma nel frattempo
               tante persone erano decedute e ovviamente Clara si mise a
               piangere.
               Ad un certo punto, mentre Niklas disperato cercava di finire
               le somministrazioni, nel caos più totale dell'ospedale, si sentì
               come un silenzio profondo. Non c’era più vita. Nessuno ce
               l'aveva fatta, tranne gli operatori e quelli che stavano pren-
               dendo l’antidoto. Non c’era più speranza, ma il peggio forse
               doveva ancora arrivare...
               L’utilizzo eccessivo delle macchine sanitarie, delle bombole
               di ossigeno, dei monitor salvavita, dei termoscanner, pro-
               vocarono un cortocircuito in ospedale e dopo il silenzio
               improvviso e la disperazione in corsia, si sentì uno scoppio
               fragoroso, si videro pezzi di tetto crollare e, a poco a poco,
               tutto l’edificio cadde a pezzi e gli ultimi sopravvissuti rimase-
               ro schiacciati sotto le macerie.
               Cosa poter dire di una tragedia tanto grande? Era forse la
               fine del mondo...
               Jennifer aprì gli occhi e si ritrovò a letto, si alzò in men che
               non si dica e aprì la finestra, il cielo era azzurro e la gente



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