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INTERVISTA CON MARIA G. BARTOLINI BUSSI |
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Che risultati sono stati raggiunti in quel primo periodo?
Il gruppo relativamente stabile delle insegnanti della scuola dell'infanzia che iniziò in quegli anni a frequentare il corso di matematica mi ha dato la possibilità di sperimentare, sul campo, la costruzione di una comunità di pratica in cui un gruppo costituito da insegnanti, pedagogisti, esperti della disciplina operava in modo collaborativo alla costruzione di un curricolo, inteso come repertorio di esperienze significative (da un punto di vista epistemologico, cognitivo e didattico) sulla matematica per la fascia d'età 3-6 anni. Si è trattato di un punto di arrivo – o forse di partenza – a cui è seguita l'emanazione nel 1991 degli Orientamenti: punto di arrivo perché Sergio Neri, membro della commissione ministeriale, mi chiese di collaborare alla stesura di uno dei sei campi di esperienza (Lo spazio, l'ordine, la misura) che mettesse a frutto la ricerca collettiva svolta a Modena; punto di partenza perché l'assunzione di questo modello in un documento istituzionale costituiva una sfida per altri territori. All'inizio degli anni '90 ho pubblicato un libro (Lo spazio, l'ordine, la misura, ed. Juvenilia) e vari contributi su riviste e volumi destinati alle insegnanti della scuola dell'infanzia.
Il campo di esperienza era filtrato dal modello messo a punto dal matematico e antropologo Alan Bishop2, che aveva identificato sei attività fondamentali universali (cioè ritrovate in tutte le culture studiate fino ad allora) e necessarie per lo sviluppo |
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