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L’attuazione della pedagogia circolare in corso d’anno
Difficoltà e osservazioni
Una preparazione graduale e progressiva
Io ho seguito la classe fin dalla prima; Silvia è arrivata in quarta.
Quando all’inizio della quinta abbiamo progettato l’assetto pedagogico dell’anno avevamo alle spalle un’estate
piuttosto attiva e fruttuosa con la nascita del Gruppo Momut (come gruppo di ricerca-azione dell’MCE di Modena)
a giugno e un laboratorio di idee e di confronto in atto. Il risultato maggiore è stato quello di mettere a punto
l’impianto educativo della “Pedagogia dei cinque cerchi” e la volontà di sperimentarla nelle nostre classi.
Il background della classe
In classe, noi non partivamo da zero ma da un’intensa relazione educativa costruita negli anni, caratterizzata da una
libera dimensione comunicativa ed affettiva armonizzata da una ferma determinazione a usare al meglio il tempo –
scuola come multiforme occasione per crescere e imparare insieme, con il contributo di tutti e di ciascuno.
Lavoro cooperativo e dialogo
Dietro di noi c’era un’assidua pratica di lavoro in gruppo, strutturato e non, e di apprendimento attivo, tramite la
discussione e il dibattito.
L’organizzazione cooperativa aveva fornito ai bambini, fin dalla prima e dalla seconda, la capacità di collaborare,
negoziare, prendere iniziative e operare scelte didattiche condivise. La discussione ha dato loro nel tempo la
capacità progressiva di ascolto attivo e di comunicazione del proprio pensiero.
In terza e quarta la pratica del piano di lavoro personalizzato li ha stimolati ad una progressiva autonomia, giocata
individualmente o in coppia o in gruppo, attraverso l’esercizio continuo di micro-scelte riguardanti i tempi e i
contenuti da svolgere
In quarta avevamo già sperimentato la straordinaria comunicazione emotiva ritualizzata attraverso ben sei
appuntamenti del Cerchio narrativo, un’esperienza indelebile per i bambini, subito desiderosi e ben disposti a
riprenderla in quinta. 13