Tavola rotonda
 
    
                  Sabato 30 marzo 2019
Mi accorgo di te e cresco con te
Video tratto da esperienze condotte nelle scuole di Modena: scuola dell'infanzia comunale Barchetta; scuola primaria Rodari, IC3; scuola secondaria di primo grado Ferraris, IC4.
Saluti
Gianpietro Cavazza
			      Vicesindaco e assessore alla Cultura, Rapporti con Università, Scuola Comune di Modena
Coordina
Daniela Soci
  Pedagogista MEMO - Multicentro Educativo "Sergio Neri" del Comune di Modena
Interventi di
Marta Guidi
Ecosistemi urbani: la natura in città
Gli ecosistemi urbani hanno una grande importanza sia per la conservazione della biodiversità, sia per il loro ruolo di laboratorio ecologico, perchè in molti casi   in città possono essere create delle situazioni che sostituiscono quegli ambienti naturali scomparsi o ridotti proprio a causa dell'avanzare delle aree costruite. Così parchi e giardini  diventano spazi preziosi perchè possono rappresentare ambienti sostitutivi di  praterie e boschi. 
				    In città la natura è presente, e non soltanto nei cosiddetti spazi verdi! Cambiando il punto di vista e con una osservazione attenta ci si può accorgere che la città è ricca di ambienti che accolgono molte specie vegetali e animali, a volte sorprendentemente, e che con piccole azioni si possono creare nuove  opportunità per migliorare l'ambiente.
Giovanna Bosi
Piante (quasi) invisibili: la flora urbica di Modena tra passato e presente
Le nostre città sono ricche di erbe e fiori che spesso non notiamo ma che accompagnano la vita dell'uomo e ne testimoniano le attività. Un primo censimento della flora del centro storico di Modena può essere confrontato con le testimonianze delle piante provenienti da scavi archeologici di periodo romano e medievale effettuati nel medesimo contesto. La flora urbica diventa così un ottimo strumento per approcciare tematiche ambientali e sociali di una città in continua evoluzione.
Giulio Orsini
Alberi come architettura, parchi come struttura della città
attualità della visione progettuale di Cesare Leonardi e Franca Stagi
A partire dall'inizio degli anni sessanta Cesare Leonardi (1935) e Franca Stagi (1937-2008) sviluppano una ricerca “epica”, che si protrae per vent'anni fino al 1982, anno della pubblicazione  del volume L'Architettura degli Alberi: 370 disegni in scala 1:100 delle specie arboree e al vero dei loro particolari, gli studi delle ombre proiettate  ai solstizi e agli equinozi e nelle diverse ore del giorno, l'indagine del  colore prevalente assunto nelle stagioni. Nel 1969 i principi progettuali del  libro trovano applicazione nel progetto per Parco della Resistenza, vincitore  del primo premio del concorso indetto dal Comune di Modena. Gli architetti  progettano un sistema verde, costituito da parchi fluviali, territoriali e  urbani, quale struttura portante per la crescita e lo sviluppo della città.
                    La proposta rimasta su carta è ancora oggi, cinquant'anni dopo, pienamente attuale: la città e il territorio si possono rigenerare a partire dagli alberi. 
Gianumberto Accinelli
Econarrazione
La natura è antichissima: i primi semplici organismi sono apparsi nei mari primordiali miliardi di anni fa. Da allora si sono avvicendante sul pianeta più di 300 milioni di specie, la maggior parte  delle quali ormai estinte. 
                      Le tracce di questo passato profondo si trovano  dappertutto: sono nei rami degli alberi, volano con le ali degli insetti e strisciano a terra con i lombrichi. 
                      I laboratori di econarrazione cercano di  scovare questa storia antica e rivestirla d parole. Nella prima parte i ragazzi passeggiano insieme all’entomologo e scrittore Gianumberto Accinelli raccogliendo i fili delle vicende passate. 
                      Dopo il “lavoro nei campi” si passa al  laboratorio vero e proprio in cui si mettono in ordine le parole dandogli un  senso narrativo. Ecco perché, aiutati dall’entomologo e dall’insegnante di  italiano,  gli studenti miscelano  creatività con razionalità dando forma ad un loro racconto. 
                    Perché  fare questo? Per guardare la natura sotto casa con occhi sempre nuovi e  allargare con le parole la cosa più preziosa che ci sia: noi stessi.  




