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IMMIGRATI E FAKE NEWS
14. VERO. In percentuale. La fonte K dimostra infatti che il dato del 34,0% di
detenuti stranieri supera di gran lunga la percentuale di stranieri residenti
(8,3%). Tuttavia, l’esiguo numero di ergastolani stranieri suggerisce che i
delitti di cui si macchiano gli stranieri non sono penalmente gravissimi. Gli
alunni hanno affermato che non si può negare che la maggior parte dei
delitti commessi da cittadini stranieri sia legata ad attività quali spaccio di
droghe, sfruttamento della prostituzione, scippi e rapine, stupri, reati odiosi
che colpiscono la nostra quotidianità, ma che sono strettamente legati a
contesti di degrado, povertà e marginalità e ben lontani da reati
gravissimi come quelli del controllo e dell’infiltrazione delle mafie nel
tessuto produttivo (esempio, inchiesta Æmilia). Questo punto meriterebbe
un ulteriore approfondimento che, per ragioni di tempo non è stato
possibile attuare, con un’analisi più specifica e un confronto sulla tipologia
dei reati commessi da italiani e stranieri. Il discorso potrebbe poi essere
allargato ai dati del turismo sessuale minorile dai quali risulta che a
praticarlo gli italiani sono fra i primi al mondo e avviare una riflessione
quindi sull’ipocrisia di chi si scandalizza per gli stranieri che delinquono in
Italia e non per gli orchi italiani che si recano in Paesi stranieri ad adescare
minori sfruttandone la condizione di indigenza.
15. FALSO. Si deduce dalla percentuale degli ergastolani evidenziata dalla
fonte K. La riflessione che ne scaturisce si ricollega strettamente a quanto
evidenziato prima.
16. FALSO. La fonte L smentisce quest’affermazione se rapportata al numero
totale degli omicidi commessi in un solo anno (2014) nella sola Italia.
17. FALSO. Clamorosamente falso come risulta dalla fonte L. Gli alunni hanno
però fatto notare che molti di questi cittadini europei sono di origine
straniera. Abbiamo quindi avviato una discussione sul significato di
cittadinanza. L’esempio tratto dallo sport è eclatante, in particolare dal
calcio: i giocatori della nazionale francese non possono essere considerati
cittadini francesi perché di pelle nera o di origine non francese? E Lewis
Hamilton non è cittadino britannico? E Roger Federer che ha la madre
sudafricana non è forse svizzero? Perché nessuno mette in discussione la
cittadinanza dei campioni dello sport, mentre non è così scontata per i
terroristi nati, cresciuti ed istruiti in Europa? Gli spunti di riflessione tratti
dal paragone col mondo dello sport si sono rivelati particolarmente
efficaci nello smontare l’equazione terrorista = non europeo.
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