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IMMIGRATI E FAKE NEWS
1. INTRODUZIONE
L'attività si è svolta in una classe prima dell’Istituto Tecnico Industriale “F. Corni” di
Modena nell’anno scolastico 2017-2018 ed è nata dalla necessità di fornire agli alunni
gli strumenti per maturare un pensiero più maturo e consapevole sui fenomeni migratori
in atto e sulla presenza dei cittadini stranieri residenti nel nostro Paese.
Tale bisogno è emerso in seguito ai testi prodotti sulla base di una traccia di un tema in
classe sul razzismo (assegnato dopo il raid razzista di Macerata del febbraio 2018)
da cui sono risultate convinzioni fondate su conoscenze sommarie, superficiali e
soprattutto basate sulle fake news. Sono inoltre emersi comportamenti discriminatori nei
confronti degli studenti stranieri, in particolare di origine maghrebina, tali da poter
rientrare nell’ambito del razzismo/xenofobia/islamofobia.
I docenti erano all’oscuro di queste dinamiche perché non si erano mai palesate in classe
durante la loro presenza, anche perché la maggior parte degli alunni “razzisti” era
costituita da ragazzi di “buona famiglia” che hanno sempre mantenuto rapporti corretti
ed educati con gli insegnanti. Inoltre, le “vittime” non hanno mai manifestato
apertamente il loro disagio se non in occasione del tema.
C’è un racconto in particolare che mi ha fatto saltare sulla sedia mentre correggevo
l’elaborato e mi ha quasi tolto il sonno: Rachid, ragazzo maghrebino che ha perso il
padre per un tumore pochi anni fa, riferisce di un compagno che gli ha detto queste
testuali parole: “Non è vero, tuo padre si è fatto esplodere”. Questa frase è per me di
una gravità assoluta perché va a colpire il punto estremo della fragilità di un ragazzo
attraverso parole che rivelano non solo razzismo e xenofobia, ma una crudeltà inaudita
e per questo motivo non poteva essere ignorata. L’autore è rimasto ignoto e anche se
come insegnanti potevamo farci un’idea di chi fosse, non ci è stato possibile ignorare il
fatto che quella frase è maturata in un contesto in cui prendere in giro i ragazzi di
origine maghrebina associandoli al terrorismo di matrice islamica si è rivelata essere
una prassi diffusa.
Con i colleghi del consiglio di classe abbiamo deciso di far intervenire lo psicologo della
scuola che ha tenuto un intervento di due ore con gli alunni senza la presenza degli
insegnanti. Lo psicologo ha considerato l’incontro un fallimento perché ha trovato gli
alunni totalmente refrattari a qualunque tipo di discorso in materia.
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