Progettp pedagogico dei Nidi d'Infanzia - Comune di Modena
<<< 1 >>>

I tempi

Il tempo, a volte concepito unicamente come contenitore di eventi o come vincolo organizzativo, influenza fortemente la crescita infantile.
È una dimensione educativa sulla quale riflettere per riportare alla luce intenzioni e significati nascosti che definiscono relazioni e veicolano atteggiamenti, abitudini, schemi comportamentali, perchè strutturata su un delicato equilibrio tra la regolarità sociale di una comunità e la flessibilità, a volte imprevedibile, che nasce dalle esigenze individuali di ogni bambino.
Il nido, come luogo privilegiato della cultura educativa, è connotato da un'organizzazione dei tempi della giornata che valorizza i momenti dell'ambientamento, l'incontro, il gioco, gli apprendimenti, la consuetudine. Tale scansione rappresenta un sistema che può trasformarsi, accogliendo in modo sensibile gli orientamenti dei bambini, i loro processi di crescita e di costruzione dell'identità; nella quotidianità, le esperienze del bambino si strutturano e si organizzano anche attraverso l'invisibile scansione del tempo e la ricorrenza di momenti di routine. È tramite quelle attività quotidiane, denominate routine, che rappresentano sequenze fisse di natura diversa, momenti costanti e regolari, stabili e ripetuti, che il bambino riconosce azioni e situazioni, prevede spazi, comportamenti e linguaggi, li colloca temporalmente, li classifica in un contesto dove i concetti di " prima, durante e dopo", assumono sempre più significati concreti. Così, le delicate e riconoscibili pratiche di cura fisica, possono soddisfare il bisogno dei bambini di strutturare punti di riferimento per superare la percezione di "precarietà"di sé e del mondo e facilitare il loro adattamento . La dimensione dell'incontro individualizzato e la relazione intima che si stabilisce tra educatore e bambino nelle routine, sono messaggi di vicinanza, che influenzano il clima educativo e la qualità delle interazioni; dialoghi cognitivi, con ritmi ripetitivi, che favoriscono nel bambino la possibilità di mettere in relazione i suoi segnali comunicativi con l'intervento dell'educatore e comprendere il senso della propria efficacia, intesa come capacità di poter agire sulla realtà modificandola, che si trasforma in consapevolezza di sè.

La giornata al nido

Ingresso e accoglienza sono i momenti particolari e speciali del ritrovare ogni mattina i compagni, gli oggetti, le tracce delle azioni compiute nei giorni precedenti. Entrare al nido vuol dire sintonizzarsi su una esperienza che comprende il salutare la figura famigliare che accompagna e riscoprire possibilità, luoghi e volti riconosciuti. E' un percorso da costruire con cura e attenzione, nel rispetto dei tempi e delle diverse strategie di ciascun bambino e di ciascun genitore.

I tempi delle attività educative sono pensati e progettati dagli educatori quotidianamente, tenendo conto del contesto, dei bambini, delle curiosità, degli interessi, delle opportunità che ogni giorno nascono in sezione. Alla progettazione delle esperienze e del significato che queste assumono all'interno della vita al nido è dedicato un apposito paragrafo.

La pelle segna i confini del corpo "tra ciò che è sé e ciò che non è sé". La cura del corpo è collegata non solo all'igiene, ma, attraverso una serie di azioni quali il lavare, accarezzare, l'asciugare, l'educatore trasmette al bambino la consapevolezza dell'abitare il proprio corpo, primo strumento di comunicazione e di conoscenza. Con il tempo, la cura di sé diventerà un ambito nel quale il bambino eserciterà la sua autonomia perché in grado di riconoscere e di soddisfare i propri bisogni.

Fin dalla nascita, le esperienze mentali ed emotive sono strettamente legate alle prime esperienze nutritive. Il rapporto con l'alimentazione non è solo un'esigenza di sopravvivenza, ma anche un mezzo che permette al bambino di scoprire il proprio bisogno di essere compreso e protetto; in seguito, con lo svezzamento, il bambino sperimenta il primo passo verso l'autonomia attraverso la separazione dalla madre. Con la crescita, il pasto diventa il mangiare insieme ai compagni, uno spazio di valore sociale e di piacevole educazione alimentare. Il pasto al nido è organizzato nel completo rispetto dei tempi e dei bisogni dei bambini; dai piccoli viene privilegiato la relazione di cura, mentre dai medi e dai grandi l'acquisizione dell'autonomia e la dimensione relazionale.

Al pasto segue la preparazione al riposo pomeridiano. I toni cominciano ad abbassarsi e i gesti si fanno rituali e lenti per trasmettere tranquillità al bambino che si prepara psicologicamente ad affidarsi al sonno.
In camera una musica di sottofondo accoglie i piccoli verso il loro letto, contrassegnato dalla loro foto, alcuni hanno un loro oggetto personale (l'orsacchiotto, il bambolotto...) o il proprio ciuccio .
Addormentarsi è abbandonarsi e abbandonare le persone, gli oggetti, il piacere di stare insieme, è un'esperienza che, seppur naturale, aumenta il bisogno di controllo da parte del bambino. Per questo gli educatori predispongono situazioni che permettono al piccolo di anticipare e padroneggiare gli eventi, fugando timori e insicurezze.

Una buona organizzazione dei momenti del pranzo, riposo e cura di sè è caratterizzata da:

L'uscita dal nido, oltre ad essere momento importante di comunicazione nido-famiglia, è occasione per risistemare emozioni, esperienze, affetti e ricordi. I tempi e i modi delle transizioni dai diversi contesti sono ancora una volta molto individuali e richiedono conoscenza, rispetto e condivisione da parte di tutti gli interlocutori coinvolti.


© 2013 Comune di Modena