Progettp pedagogico dei Nidi d'Infanzia - Comune di Modena

Le relazioni

È ormai diffusa l'idea che il nido svolga principalmente una funzione socializzante: il confronto con l'altro e l'adattamento alle regole della collettività rappresentano gli aspetti più rilevanti di tale funzione. Questo processo, oltre ad essere influenzato dai ruoli che l'adulto assume nelle diverse situazioni, è determinato non tanto dall'insegnamento diretto di tali regole quanto dall'essere profondamente coinvolti in esperienze sociali.
Più volte è stato sottolineato il ruolo importante giocato dal gruppo dei compagni nell'aiutare i bambini ad elaborare la separazione e a costruire punti di riferimento durante il periodo dell'ambientamento, ma la dimensione tra pari è per il bambino anche fonte di apprendimento e di sperimentazione delle prime mediazioni culturali e dell'elaborazione della capacità di utilizzare informazioni mediate socialmente.
Dal secondo anno di vita, cresce la capacità di mettere in relazione la propria attività con quella del coetaneo e dell'uso convenzionale dell'oggetto. Attraverso questi processi interattivi, i significati creati nei giochi o nelle attività progressivamente si sedimentano in un piccolo repertorio di segni/simboli, specifici di quella comunità infantile.
La quotidianità è parte integrante del processo di costruzione di significati culturali condivisi tra bambini, perché solo se inserite in una trama costruita e ripetuta nel tempo, le attività acquistano valore e i bambini possono affinare quelle competenze che rendono loro possibile il confronto con il mondo sociale più ampio.
Per i bambini essere insieme e uguali, fare la stessa cosa è un'esperienza di relazione forte. Può essere considerato un contenitore che permette al bambino di costruire la capacità di rapportarsi con gli altri e di sentirsi appoggiati; è costruire un senso di appartenenza al gruppo e allo spazio che dà sicurezza e rende disponibili a nuove avventure "lontano dagli adulti".
L'educatore, punto di riferimento autorevole dei bambini, attraverso le sue azioni e le sue parole, contribuisce a formare questo delicato contesto relazionale da cui i bambini traggono infinite conoscenze: come ci si rapporta con l'altro, l'attenzione verso l'altro come fonte di nuove scoperte, il senso delle cose, le esplorazioni possibili e impossibili.
Sa di dover procedere con cautela per non rompere fragili equilibri di situazioni di gioco in cui, magari faticosamente, i bambini sono stati capaci di trovare mediazioni tra diverse volontà oppure intuisce che un suo suggerimento, un suo incoraggiamento possono determinare un'evoluzione dell'attività in cui i bambini sono coinvolti, ovvero sa avvicinarsi e sa allontanarsi.
Non è facile, sembra che sensibilità, occhio, comprensione e decisione, ma anche dare tempo e sapere aspettare nel qui ed ora improvvisamente e senza sforzo, siano il naturale abito di qualsiasi educatore.
I bambini capiscono e, grazie alla familiarità che gradualmente si costruisce, imparano a fidarsi di adulti e compagni che con loro vivono questa regolare quotidianità.
Nello stesso tempo, l'educatore sa riconoscere al bambino e ai bambini il bisogno e la capacità di stare soli, di sottrarsi alla vita sociale, così affascinante ma anche così faticosa, per provare e riprovare azioni e interiorizzarle o, anche più semplicemente, per stare con se stesso.
E' educativamente importante avere tempi per sè, per conoscersi, per riflettere. Tempi legittimati che aiutano a non sostare solo nel presente, ma a ricucire i fili degli accadimenti in un andare e venire in cui anche passato e futuro diventino preziose chiavi di lettura e di comprensione del mondo.
In questo contesto relazionale, la scelta metodologica della collegialità, cioè del gruppo di lavoro di adulti che si assumono la responsabilità della conduzione del nido, rappresenta un modello democratico che rende più immediatamente e validamente perseguibile la prospettiva di una reale ed efficace azione di socializzazione dei bambini che si ritrovano così quotidianamente nella condizione di potersi identificare con una struttura sociale, il gruppo degli operatori, che sollecita alla collaborazione e al dialogo ( da Le ragioni del Nido, AAVV).

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