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Le idee guida dei Centri per Bambini e Genitori di Modena

Dalla parte dei bambini:

Il gioco è un' impresa formativa che si realizza all'insegna della reciprocità e della condivisione in un rapporto "simmetrico" tra bambino e adulto e naturalmente tra bambini. È ormai consapevolezza diffusa che lo sviluppo individuale si accompagni a precoci esperienze di relazione e questi servizi rappresentano per i bambini l'inizio del loro percorso verso l'incontro con l'altro in un contesto sociale informale, prima di affrontare l'inserimento nelle istituzioni educative e scolastiche.
Gioco come terreno privilegiato per

Dalla parte degli adulti che accompagnano:

Entrare nel mondo del bambino in uno spazio e in un tempo della relazione è un buon modo per distanziarsi dalle proprie rigidità interpretative e provare a sperimentare relazioni più simmetriche, ascoltando i linguaggi del bambino e vivendo le sue esperienze.
Come afferma M.G. Contini "un approssimarsi rispettoso e lieve, disponibile all'attesa, aperto allo stupore, in cui si possa abbandonare la pretesa che siano sempre loro, i bambini e le bambine, a dover entrare nel nostro territorio per rendersi riconoscibili e accettabili", aderendo immediatamente ai nostri schemi di adulti.
I Centri per Bambini e Genitori offrono questa possibilità. Ecco che si scoprono altre capacità, altre predisposizioni, alcune debolezze, altri comportamenti . Vedere il proprio figlio insieme agli altri regala al genitore (o alla nonna) la grande occasione, attraverso il confronto, di accettare nel presente, nel qui ed ora, la sfida di un bambino reale che si impara sempre più a conoscere anche attraverso i racconti, i particolari, i punti di vista degli educatori e degli altri genitori.
Forse, si riesce anche, piano piano, a saper attendere i suoi tempi e i suoi modi di rapportarsi alle esperienze, senza quella fretta di raggiungere subito un risultato che spesso porta gli adulti a sostituirsi ai bambini, lungo il percorso attraverso cui si snodano le attività di gioco e di relazione.
Una socialità fra adulti ricca di opportunità: la creazione del gruppo, le occasioni facilitate di confronto, l'affiancamento dell'educatore che favorisce e sostiene la possibilità di osservare il proprio bambino insieme ad altri in un contesto di gioco e di comprendere che ognuno ha delle competenze, che quell'aspetto del proprio figlio, che sembrava così strano o così straordinario, appartiene anche ad altri, il poter ricollocare il figlio in una dimensione più reale, quindi conoscerlo di più, ridefinendo le proprie aspettative. Ma anche essere protagonisti e co-costruttori di una rete relazionale per andare oltre il centro per bambini e genitori e favorire quel moltiplicarsi di comunanze solidali (armonizzazioni sociali, afferma S. Benedetti) a cui ogni individuo può fare riferimento nella quotidianità ordinaria e straordinaria dei percorsi familiari di vita, quando "è ora di darsi una mano".
La facilità di accesso e di fruizione di questi servizi, regolamentati più sull'aspetto sociale che organizzativo, elimina quelle possibili barriere, a volte origine di informazioni rigide e complicate o di condizioni vincolanti.
In questo ambiente ospitale, accogliente, facile da usare, i genitori possono liberarsi dal contorno normativo della quotidianità e costruire modalità diverse di stare con il proprio figlio, lasciando spazio ad una disponibilità diversa, giocata nel tempo del gioco e nel tempo della relazione nel qui ed ora e non nel tempo "rimandato" della casa. La libertà dalla complessità dell'organizzazione familiare, che restituisce il tempo per sostare e per riflettere, è occasione per riscoprire che la relazione con il figlio può diventare semplicemente il piacere di stare insieme .
È anche un non doversi far carico del peso di vivere la separazione dal figlio, con tutto quello che comporta in termini di emotività. Nuovi modi lievi di stare insieme sulla base di ciò che si è, di ciò che si sa e si può fare, mettendosi in gioco e stupendosi delle piste di riflessione che si aprono spontaneamente sui propri modi di essere genitori e sui bisogni legati alla crescita dei bambini.
Solidarietà nell'opportunità del confronto (le parole, le emozioni, i consigli, le soluzioni...) e nell'opportunità dell'incontro per stabilire nuovi rapporti, tanto preziosi nella concretezza della quotidianità. Il sapersi mettere vicino a.., essere capaci di ascolto e, reciprocamente, la possibilità di avere fiducia, il potersi aspettare di ricevere quello di cui si ha bisogno.
Il "fai quello che ti senti" diventa un buon modo per sentirsi a proprio agio, grazie alla sensibilità di un educatore attento a tessere per tutti le maglie di una rete protettiva a riparo da pensieri e sguardi giudicanti rispetto al modo di rapportarsi con il proprio figlio.

Dalla parte degli educatori:

Lavorare nei Centri per bambini e genitori, per educatori , in gran parte provenienti dai nidi, ha significato ridefinire il proprio ruolo, uscendo da un'ottica a due (bambino/educatore, bambino/bambino, bambino/genitore) per reimpostare un proprio modo di porsi in un contesto complesso, nel quale sono loro stessi, gli altri adulti e i bambini i protagonisti relazionali. Non avere la diretta responsabilità dei bambini, come al nido, è un cambiamento forte che influenza la natura dei legami, qua più leggeri, più distanti da dinamiche emotive a volte fuorvianti e, nello stesso tempo, delicati perché si diventa un riferimento che agisce su livelli diversi:



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